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vittorio dublino

Comunicazione mercificata: convergenza mediatica, narrazione transmediale e l'intreccio economico

Nel panorama in continua evoluzione dei media e della comunicazione, due concetti cruciali emergono come fondamentali per comprendere l'attuale scenario: la convergenza mediatica e la narrazione transmediale.

Questi concetti non solo influenzano il modo in cui riceviamo e interagiamo con i contenuti, ma hanno anche un impatto profondo sull'aspetto economico dell'industria dei media, dando vita a ciò che possiamo definire "comunicazione mercificata".


La convergenza mediatica rappresenta il fenomeno attraverso il quale diverse tecnologie e piattaforme si uniscono, creando un ambiente in cui contenuti multimediali si sovrappongono e si integrano. Questo processo ha reso possibile la fruizione di contenuti attraverso molteplici dispositivi e canali, rompendo le barriere tradizionali tra i mezzi di comunicazione. Tuttavia, la convergenza non è solo una questione tecnologica; ha anche un riflesso sul piano testuale.

Parallelamente alla convergenza tecnologica, emerge la divergenza testuale, un fenomeno meno discussso ma altrettanto rilevante. Questa dialettica opposta alla convergenza tecnica evidenzia come i contenuti multimediali siano prodotti oggi per il pubblico attraverso diverse tecniche di distribuzione e fruizione. Un film, ad esempio, può essere visto al cinema, in televisione, su dispositivi digitali, ognuno di questi contesti di visione influenzato da specifiche condizioni e dinamiche di ricezione. Questa flessibilità testimonia la natura divergente dei testi multimediali, in cui l'esperienza varia a seconda della piattaforma utilizzata.


È qui che entra in gioco la narrazione transmediale, un concetto che va oltre la semplice adattamento dei contenuti a diverse piattaforme. La narrazione transmediale implica lo sviluppo di testi su diverse piattaforme tecnologiche, sfruttando le qualità specifiche di ognuna.

Un esempio chiave di narrazione transmediale è rappresentato dalla trilogia cinematografica "The Matrix", la cui storia si estende attraverso film, videogiochi e altri media. Questo approccio non solo arricchisce l'esperienza narrativa, ma crea anche un legame più profondo con il pubblico, stimolando la fedeltà e l'interesse.

Tuttavia, dietro questa complessa rete di convergenza e narrazione si nasconde un elemento fondamentale: la comunicazione mercificata. Le industrie dei media, in un ambiente multicanale e multiformato, cercano di controllare e capitalizzare l'attenzione del pubblico. L'attenzione diventa una merce preziosa, venduta agli inserzionisti per garantire entrate economiche.

La narrazione transmediale, insieme ad altre strategie come la serializzazione, diventa un mezzo per trattenere il pubblico e coltivare la fedeltà del consumatore.


La dipendenza dalle piattaforme e dai mezzi di consumo diventa cruciale per le industrie dei media, poiché assicura un flusso costante di entrate. Questo si traduce in una continua evoluzione delle strategie per catturare l'attenzione del pubblico in un ambiente in cui le scelte sono virtualmente illimitate.


Il pubblico diventa una merce da vendere, una combinazione di statistiche e comportamenti da sfruttare per fini economici.

In definitiva, la convergenza mediatica e la narrazione transmediale sono aspetti chiave del paesaggio mediatico contemporaneo, ma non possono essere analizzati in isolamento. La comunicazione mercificata permea queste tendenze, plasmando la struttura stessa delle industrie dei media. Questa interazione complessa tra creatività artistica, esigenze economiche e comportamenti del pubblico continua a ridefinire il modo in cui percepiamo, consumiamo e partecipiamo alle storie nei nostri media digitali sempre in evoluzione.

Narrazione Transmediale

La narrazione transmediale è costituita da un insieme di storie che si espandono su diverse piattaforme mediatiche, ciascuna delle quali apporta un contributo specifico per una migliore comprensione del mondo narrativo.

Per il pubblico, la narrazione transmediale rappresenta uno strumento potente per avvicinarsi a un Contenuto di Base in modo più completo, rispetto ai modelli basati su testi originali e prodotti ausiliari, attraverso lo sviluppo e la distribuzione di un franchise transmediale.

Secondo il sociologo Jenkins [2], la narrazione transmediale è "un processo in cui elementi cruciali di una storia vengono disseminati sistematicamente attraverso diversi canali di distribuzione, al fine di creare un'esperienza di intrattenimento unificata e coordinata. Ogni mezzo offre un contributo specifico allo sviluppo della trama". Questo processo è arricchito e talvolta complicato dalla produzione di contenuti da parte dei fan, che possono arricchire o complicare l'idea di un'esperienza di intrattenimento unificata e coordinata.

L'applicazione del concetto di narrazione transmediale si basa su sette principi fondamentali:

  1. Diffusività vs. Profondità

  2. Continuità vs. Molteplicità

  3. Immersione vs. Estrattività

  4. Costruzione del Mondo

  5. Serialità

  6. Soggettività

  7. Performance


 

Di seguito è riportato un estratto del discorso introduttivo del corso di laurea in Transmedia Storytelling & Entertainment tenuto dal professor Jenkins presso l'University of Southern California nell'autunno del 2009, che offre una visione completa del concetto di Narrazione Transmediale applicato alla produzione di progetti a Cultura Convergente.


"Transmedia Storytelling and Entertainment, a Syllabus "

A causa dell'interesse esterno per l'intrattenimento transmediale o cross-mediale, ho deciso di condividere il sommario del corso che insegnerò quest'autunno presso la USC. Alcuni dettagli sono ancora in fase di definizione, in quanto sto ancora lavorando alla pianificazione degli ospiti esterni, ma tutti i relatori elencati hanno già accettato l'invito. Le letture costituiscono un ottimo punto di partenza per coloro che desiderano approfondire ulteriormente questa emergente area di ricerca.

Il momento storico attuale è caratterizzato dalla pubblicazione o "posting" di ogni storia, immagine, marchio o relazione sociale su numerose piattaforme modellate dalle decisioni aziendali e dalle scelte dei teenager. L'alta concentrazione del diritto di proprietà dei conglomerati mediatici aumenta l'attrattiva dei prodotti che possono creare "sinergie" tra le diverse parti del sistema mediatico, massimizzando i punti di contatto attraverso diverse nicchie di consumatori. Questo ha portato a un'inclinazione verso la "franchise-building" in generale e, in particolare, verso l'intrattenimento transmediale.

Una storia transmediale integra esperienze di intrattenimento ottenute da diverse piattaforme mediatiche. Storie come Heroes e Lost possono trasformarsi da prodotti televisivi a fumetti, contenuti web, basati su computer o giochi a realtà alternata, coinvolgendo sempre più consumatori man mano che si espandono e consentendo ai fan più appassionati di approfondire ulteriormente. A loro volta, i fan possono estendere l'interesse verso il franchise attraverso voci su Wikipedia, fan fiction, video clip, fan film, cosplay, modifiche ai giochi e molte altre modalità partecipative che estendono la storia in direzioni diverse e ampie.

Il corso è strutturato in cinque unità: "Fondamenta", che fornisce una panoramica del movimento transmediale attuale; "Strutture Narrative", che introduce gli strumenti fondamentali necessari per i moderni storyteller, affrontando in particolare il concetto di "serialità" e l'analisi di come una storia possa essere considerata una "struttura di informazioni"; "Costruzione di Mondi", che esplora il concetto di "mondi" o "universi" nei media contemporanei, sviluppatisi attraverso diversi sistemi mediatici; "Il Pubblico è Importante", che collega l'intrattenimento transmediale all'interazione con il pubblico e come i fan possono contribuire con estensioni non ufficiali ai contenuti preferiti; "La Storia del Transmedia", che ripercorre i momenti chiave nello sviluppo e nell'evoluzione dell'entertainment transmediale, a partire dalla fine del XIX secolo.

Durante questo corso, esploreremo il fenomeno transmediale attraverso:

  • L'analisi critica di testi commerciali e di base che contribuiscono ai franchise mediatici.

  • Lo sviluppo di un framework teorico per comprendere come lo storytelling funzioni in questo nuovo ambiente, concentrandoci su problemi come la costruzione del mondo, gli attrattori e gli attivatori culturali.

  • L'analisi storica che ha contribuito a creare il contesto delle pratiche transmediali moderne, con considerazioni su figure chiave come P.T. Barnum, L. Frank Baum, Feuillade, C.S. Lewis, J.R.R. Tolkien, Cordwainer Smith, Walt Disney, George Lucas, DC e Marvel, e Joss Whedon.

  • L'esplorazione di come l'approccio transmediale influenzi generi chiave come la fantascienza, il fantasy, l'horror, i supereroi, il suspense, le soap opera e i reality show televisivi.

  • Ascoltare relatori all'avanguardia dell'industria dei media, che parleranno delle sfide attuali e delle opportunità offerte dall'intrattenimento transmediale, nonché dei progetti contemporanei che hanno implementato strategie cross-media.

  • Mettere in pratica queste idee attraverso un team di studenti per sviluppare e calibrare strategie transmediali intorno a una proprietà mediatica esistente.

 

The Digital Design Mandala "Il Digital Design Mandala è un quadro concettuale sviluppato da Alex McDowell, rinomato production designer nell'industria cinematografica e televisiva. Il mandala rappresenta metaforicamente la natura olistica e interconnessa del design digitale attraverso diverse piattaforme mediatiche.

Nel concetto di McDowell, il Digital Design Mandala illustra l'integrazione di narrazione, tecnologia e design visivo in modo circolare e interdipendente. Sottolinea l'approccio collaborativo e multidisciplinare richiesto nel design digitale moderno, in cui diversi elementi, come la narrazione, l'estetica, l'interazione e la tecnologia, si uniscono per creare un'esperienza unificata e coinvolgente per il pubblico.

Al cuore di Digital Design Mandala c'è l'idea che il design digitale di successo vada oltre i singoli componenti e si concentri sulla fusione armoniosa di tutti gli elementi.

Questo approccio riconosce l'importanza del design guidato dalla narrazione e come la tecnologia possa migliorare ed amplificare la narrazione attraverso diversi canali mediatici.

"Il Mandala del Design Digitale" incoraggia designer, narratori e tecnologi a lavorare insieme in modo sinergico, garantendo che ciascun aspetto di un progetto digitale venga considerato con attenzione e contribuisca a un'esperienza utente coerente e coinvolgente. Il quadro di McDowell riflette il panorama in evoluzione della narrazione digitale, in cui creatività, tecnologia e narrazione convergono per plasmare narrazioni avvincenti e immersive attraverso diverse piattaforme. In sostanza, Digital Design Mandala di Alex McDowell rappresenta una visione complessa e integrata del design digitale, che va oltre i confini tradizionali per creare esperienze coinvolgenti e significative attraverso una varietà di media e piattaforme. In sintesi , i pilastri di Digital Design Mandala sono: Struttura Circolare: Il mandala è una figura geometrica circolare, che riflette l'idea di continuità, ciclicità e interconnessione nel design digitale. Questa struttura circolare sottolinea che il processo di design è un ciclo continuo di creazione, iterazione e miglioramento.

  1. Confluenza di Discipline: il concetto abbraccia diverse discipline, tra cui design, narrativa, tecnologia e interazione. Sottolinea l'importanza di una collaborazione multidisciplinare tra designer, sviluppatori, scrittori e altri professionisti per creare un'esperienza completa e coesa.

  2. Sinergia Creativa: il termine "mandala" evoca un senso di armonia e integrazione. Nel design digitale, si tratta di integrare in modo sinergico elementi diversi, come grafica, audio, interattività e contenuto narrativo, per creare un'esperienza coinvolgente e immersiva.

  3. Centralità della Narrazione: nel cuore del mandala si trova la narrazione, che agisce come l'elemento unificante. Questo sottolinea l'importanza di una solida narrazione nel guidare il design digitale e nel coinvolgere gli utenti in modo significativo.

  4. Espansione su Piattaforme Multiple: il concetto riflette la natura poliedrica del design digitale attraverso diverse piattaforme. I progetti digitali possono espandersi su dispositivi mobili, siti web, app, realtà virtuale, realtà aumentata e molto altro ancora, offrendo un'esperienza coesa su molteplici canali.

  5. Coinvolgimento dell'Utente: Il mandala del design digitale implica un coinvolgimento attivo e partecipativo dell'utente. Gli utenti possono interagire con diverse parti del mandala, esplorando e scoprendo nuovi aspetti dell'esperienza.

  6. Evoluzione Continua: il mandala rappresenta anche l'idea di evoluzione continua nel design digitale. Poiché la tecnologia e le preferenze degli utenti cambiano nel tempo, il design deve continuamente adattarsi e migliorare.

  7. Amplificazione delle Narrazioni: l'uso di diverse piattaforme e media consente di amplificare e arricchire la narrazione. Elementi visivi, sonori e interattivi possono essere utilizzati per creare livelli più profondi di coinvolgimento e comprensione.

  8. Dinamicità e Fluidità: il mandala suggerisce una sensazione di movimento e flusso, che si riflette nella natura dinamica del design digitale. Questo design può adattarsi alle interazioni degli utenti e alle loro scelte, offrendo esperienze personalizzate e in costante evoluzione.

Nel suo approccio al Digital Design Mandala e alla narrazione transmediale, McDowell mette al centro lo script o la storia come elemento guida e unificante del processo creativo.


Ciò che rende il suo approccio particolarmente innovativo è la sua flessibilità nell'adattare e modificare lo script in base al mezzo di distribuzione, al pubblico target e alla strategia di marketing in evoluzione.

Questa flessibilità consente di adattare la storia a diverse piattaforme e media, garantendo che l'esperienza rimanga coesa e coinvolgente, ma allo stesso tempo sfrutti appieno le potenzialità uniche di ciascun canale di distribuzione. Questo è particolarmente importante in un panorama digitale in rapida evoluzione, in cui il pubblico consuma contenuti su dispositivi diversi e attraverso una varietà di esperienze interattive.

McDowell riconosce che il design digitale e la narrazione transmediale richiedono una mentalità aperta e adattabile. L'approccio di "script al centro" non significa che lo script sia rigido o immutabile, ma piuttosto che funge da fondamento solido su cui costruire e sperimentare.

Questa flessibilità consente di esplorare nuove direzioni creative, di adattarsi ai feedback del pubblico e di abbracciare le sfide e le opportunità emergenti.

Inoltre, l'approccio di McDowell mette l'accento sulla collaborazione e sull'interazione tra diverse discipline, tra cui design, tecnologia, narrativa e marketing. Questo consente di creare un'esperienza olistica in cui tutti gli elementi lavorano insieme per creare un impatto maggiore e una connessione più profonda con il pubblico.

In sintesi, sì, McDowell pone lo script al centro del processo creativo, ma lo fa in un modo flessibile e adattabile che permette di sfruttare appieno il potenziale dei diversi media e di rispondere in modo dinamico alle esigenze mutevoli del pubblico e del mercato.

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